Nel progetto ho voluto rappresentare due mondi completamente differenti e distanti, il corpo che è materia tangibile e reale e la Google Map appartenente ad un mondo virtuale e tecnologico. Ho voluto utilizzare la pittura come linguaggio tradizionale e manuale in relazione alla Fotografia come linguaggio rappresentativo e di unione tra le due realtà.
Il nome del progetto nasce dalla funzione tecnologica del PING (Packet Internet Grouper) che consiste in un programma utilizzato per misurare il ritardo di trasmissione dati delle connessioni a Internet da postazione fissa, vale a dire il tempo necessario per trasmettere dati di piccole dimensioni verso la destinazione, indicandoci un numero (paragonabile ai due dati: latitudine e longitudine) che riporta l’esatta posizione dell’oggetto nella rete.